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martedì 30 ottobre 2012

Empty of Gamblers and Full of Water, Atlantic City Reels

Hurricane Sandy captured Atlantic City and refused to let go. As the rainwater and surging waters of the ocean that hugged its beaches invaded its streets and wrenched apart pieces of the Boardwalk, the city was left an anxious and isolated island. Inside the casinos, no dice rolled, no cards were dealt and no slots beeped.

PUBBLICO IMPIEGO, BUONUSCITA: DOPO CAROSELLO IL GOVERNO MANDA A NANNA I SINDACATI

Il Consiglio dei Ministri ha varato un decreto legge riguardante la questione del prelievo illegittimo del 2,5% ai fini della buonuscita a far data dal 1° gennaio 2011.
Con esso il Governo ha dato attuazione alla sentenza della Corte Costituzionale n. 223/2012, abrogando l’articolo 12, comma 10 del Decreto Legge n. 78/2010 e facendo tornare così la buonuscita dei dipendenti pubblici al regime del TFS, più vantaggioso del calcolo del TFR introdotto nel 2010.In parole povere: non ci sarà nessuna restituzione di denaro (chi aveva prenotato una vacanza alle Maldive è meglio che dia disdetta).
Quindi a tutti quei sindacati che avevano tratto spunto per preannunciare ricorsi (ovviamente non a carico loro ma dei lavoratori) , alzare un polverone e ritrovare una identità perduta, è stato infilato velocemente e dolcemente qualcosa di consistente nel posto che tutti immaginiamo.
La domanda che si fanno tutti, ora, nel pubblico impiego, è: cosa potrà tenere svegli i sindacati, visto che i contratti sono bloccati da e per anni, le retribuzioni sono da fame ma non potranno essere aumentate in nessun modo perchè i sindacati da trent'anni hanno accettato una finta contrattazione che pone un limite superiore agli incrementi legato alle risorse stanziate dalle Leggi di Stabilità (e, per molto tempo, no Martini no party, ossia: no soldi no aumenti), da anni i Ministri della Funzione Pubblica incontrano i più grandi sindacati solo per comunicare le loro decisioni, le RSU sono belle ma inutili, perchè non contano nulla, all'inizio degli anni '90 i sindacati dettero il via libera alla costituzione di una dirigenza strapagata, sperando di avere qualcosa in cambio (in realtà - ed è la sola cosa che tiene in vita i sindacati rappresentativi del Pubblico Impiego- distacchi e permessi sindacali: chi ce li ha ci campa, chi non è ancora rappresentativo ne ha fatto l'obbiettivo di una vita). In effetti quelli, oltre alla mano,  si sono presi il braccio, costituendo una casta di semi-dei (anche se, esteticamente, un pò sfigati), più potente dei politici (questi ultimi vengono e vanno) loro invece restano tutta la vita (e oltre?) e per prima cosa hanno piallato con lo strumento disciplinare quelle punte, nel sindacato ma anche nel personale, che potevano loro dare fastidio.Da ultimo sta per essere abbattuto l'ultimo tabù: il licenziamento (preceduto da mobilità al 60% dello stipendio) dei pubblici dipendenti che andrà avanti nelle amministrazioni più deboli (e a più alta numerosità e diffusione sul territorio) innanzitutto e, in quelle più forti, verrà di molto attenuato (e, subito dopo, coi risparmi attuati, verranno indetti "concorsi" per assumere figli e nipoti al posto degli epurati).
E il sindacato? Serve, serve (altrimenti c'è il rischio che qualcuno di poco gradito occupi quegli spazi). Ma i sindacalisti devono essere educati, silenziosi, bravi, buoni e pettinati. E dire sempre di sì.
Se qualcuno si agita troppo (come è avvenuto in questi giorni per la questione della buonuscita) poco male. Il piccolo fuori programma (il Carosello) è finito quindi...tutti a dormire!Sognando che arrivi il Gigante Buono


mercoledì 10 ottobre 2012

THYSSEN TERNI: NEL GOVERNO ABBIAMO QUALCUNO SVEGLIO COME L'OMINO SVIZZERO DELLO SPOT?

Di questa vicenda si parla da tempo e questi sono gli ultimi sviluppi:
http://www.ilmessaggero.it/umbria/terni_acciaio_outokumpu/notizie/224701.shtml
Il destino della nostra industria nazionale (questo non è che l'ultimo episodio) appare ormai segnato. Figuriamoci poi l'indotto. Quello sarà spazzato via nel silenzio. Un disastro economico, produttivo e sociale. Eppure, qualche decennio fa, la parte più coraggiosa del Paese seppe comprendere come difendere gli apparati produttivi dal tentativo di smantellamento e distruzione di una potenza straniera occupante in ritirata fosse un dovere e un'emergenza. Non solo, invece, abbiamo perso delle infrastrutture materiali ma, quel che è più grave, siamo in mano a una classe dirigente priva di dignità e orgoglio nazionale. Ma anche in difetto di queste qualità ci accontenteremmo di furbizia, scaltrezza, abilità diplomatica al servizio, per una volta, degli interessi dell'Italia. Neppure questo. Qualcuno, tempo fa venne sbeffeggiato perchè sosteneva che le ambasciate italiane dovevano trasformarsi nei più grandi apparati di promozione dell'economia italiana all'estero. Ovviamente ci fu grande resistenza da parte del corpo diplomatico, concepito e strutturatosi per tutt'altre missioni e che intendeva continuare a lasciare agli avventurieri del commercio internazionale ogni vera iniziativa in merito, considerandola , dall'alto in basso, troppo volgare. E abbiamo perso pezzi sempre più grandi di mercato, a livello internazionale, a vantaggio di paesi più grintosi, intraprendenti e affamati. Ritardi della diplomazia, della classe politica ma anche di quella imprenditoriale, in generale e, purtroppo, anche da parte di quella di punta, più attenta agli interessi di bottega che a passare alla storia. Non ci sono stati più Mattei dopo Mattei. E ce ne accorgiamo ora. Come Paese siamo zero nell'economia mondiale, zero nelle istituzioni internazionali, salvando la faccia solo grazie alla Moda e alla dieta mediterranea. E non abbiamo scuse perchè sulla carta, dal punto di vista qualitativo (ma teorico) questo è (avrebbe dovuto essere) il governo più qualificato del dopoguerra. Viene il dubbio che i grandi personaggi che ne fanno parte , a loro volta, rapportino l'attivismo ai propri interessi privati. Ecco, forse per recuperare quanto di italiano c'è nello stabilimento di Terni, per mantenerlo integro, per interloquire con imprenditori anche esteri interessati a continuare a farlo lavorare, per creare a livello internazionale le condizioni politiche e di mercato affinchè ciò avvenga, non ci vorrebbe poi tanto. Basterebbe un Ministro dello Sviluppo Economico che avesse la stessa voglia di impegnarsi per il proprio Paese (e non questa volta solo in nome dei propri rapporti economici personali passati) che dimostra l'omino svizzero dello spot pubblicitario.